Torniamo in campo con la bella stagione: le regole per riprendere a giocare a tennis, regione per regione
Dopo lo stop forzato causato dall’emergenza sanitaria di COVID-19, si comincia finalmente a intravedere una parvenza di ritorno alla normalità e anche il tennis riparte ufficialmente.
Con la bella stagione, è ora dunque possibile tornare in campo – pur nel pieno rispetto delle disposizioni e dei protocolli di sicurezza disposti dalle autorità competenti. Vediamo dunque insieme quali sono le regole, regione per regione, per riprendere a giocare a tennis.
Le nuove disposizioni 2021 per tornare a giocare a tennis
Il gioco del tennis in campo è stato nuovamente autorizzato a partire dal 4 maggio 2021 (e dal 7 maggio per la Regione Lombardia), e riguarda la prima e la seconda categoria di tennis e beach tennis, oltre che il padel.
Gli atleti possono quindi tornare ad allenarsi praticamente ovunque sul territorio nazionale purché seguano le necessarie disposizioni di sicurezza, in vigore in tutta Italia.
Vediamo ora le diverse indicazioni in modo più specifico, anche a seconda delle regioni.
Chi può tornare a giocare a tennis
A partire dal 4 maggio e dal 7 maggio per la Lombardia, possono tornare a giocare a tennis tutti i giocatori tesserati presso la Federazione Italiana Tennis che abbiano una classifica di prima e seconda categoria nelle discipline Tennis, Padel e Beach Tennis.
Rientrano inoltre nelle autorizzazioni i tennisti Under 16, 14 e 12 di interesse nazionale convocati nei CPA (Centri Periferici d’Allenamento) della FIT e i più forti atleti che praticano Tennis in Carrozzina.
Le regole per la sicurezza anti-COVID
Tutti i giocatori, nessuno escluso, sono tenuti all’osservazione scrupolosa delle disposizioni di sicurezza emesse dalle autorità nel contrasto alla pandemia di Coronavirus.
Le consuete regole di buonsenso vanno osservate sia dentro il campo da tennis che fuori: distanziamento sociale di almeno due metri, impedimento degli assembramenti, obbligo di sanificazione quotidiana degli spazi utilizzati, inaccessibilità di aree come spogliatoi, bar, sale e docce.
Le Ordinanze Regionali 2021 per il gioco del tennis
Per quanto riguarda invece le diverse Ordinanze Regionali, possono evidenziare alcune differenze a seconda delle varie regioni. Scopriamo quali sono.
Lombardia: sono autorizzati gli sport individuali all’aperto, incluso il tennis, nell’ambito dei rispettivi impianti sportivi, centri e siti sportivi, subordinatamente all’osservanza delle misure dell’Ordinanza n.541. Vietata invece la fruizione di spazi comuni come palestre, bar, docce, spogliatoi, ristoranti tranne che per i locali di transito. Si richiede il pieno rispetto dei protocolli di sanificazione, il distanziamento sociale e il mantenimento del divieto di assembramento.
Puglia: pur nel rispetto delle regole anti-COVID, è permesso sul territorio regionale lo svolgimento di tutti gli sport amatoriali e individuali all’aria aperta da praticare in forma individuale ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti. Vige il divieto assoluto di somministrazione di alimenti e bevande nei centri sportivi, negli impianti e nei circoli.
Emilia-Romagna: è possibile giocare a tennis anche all’interno di strutture e circoli sportivi, se l’attività sportiva è svolta in spazi all’aperto che consentano nello svolgimento dell’attività il rispetto del distanziamento ed evitino il contatto fisico tra gli atleti. Rimane invece sospesa ogni altra attività collegata all’utilizzo delle strutture di cui al periodo precedente compreso l’utilizzo di spogliatoi, palestre, piscine, luoghi di socializzazione, bar e ristoranti.
Veneto: gli atleti professionisti e non che praticano sport individuali o collettivi possono svolgere individualmente o con componenti del loro nucleo familiare l’attività motoria, incluso il tennis, anche spostandosi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo deputato a tale attività, purché tale luogo si trovi all’interno del territorio regionale.
Liguria: il gioco del tennis e l’attività sportiva sono consentite dalle ore 6 alle 22 con sessioni di allenamento in forma individuale di atleti professionisti e non professionisti riconosciuti di interesse nazionale dal CONI, dal CIP e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai Giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in strutture a porte chiuse.
Abruzzo: non esiste un accenno specifico ai luoghi in cui è possibile praticare sport. Il testo ufficiale indica che le attività sono consentite “all’interno della Regione Abruzzo, ai residenti o con domicilio nel territorio regionale, allenamenti esercitati individualmente e con il rispetto dei dispositivi di protezione individuale e misure di distanziamento sociale”. Sono autorizzate le riaperture di circoli, società e associazioni sportive, purché rispettino le norme di sicurezza anti-COVID.
Sicilia: è consentita l’attività sportiva in forma individuale, purché avvenga nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza e regole precauzionali anche all’interno di circoli, società e associazioni sportive, autorizzandole all’espletamento delle loro attività in luoghi aperti.
Sardegna: indica che l’attività sportiva è possibile “sul territorio regionale gli sport individuali all’aria aperta nell’ambito dei rispettivi centri sportivi, che dovranno garantire il rispetto di turnazioni tali da impedire il contemporaneo accesso di atleti alle strutture, il loro contatto o la fruizione promiscua di spogliatoi, bagni, docce o spazi comuni al chiuso”.
Marche: permette gli allenamenti individuali con utilizzo di dispositivi di protezione individuale e misure di distanziamento sociale. Non è invece possibile avvalersi dei locali interni a uso comune presenti nei circoli e nei centri sportivi, come bar, spogliatoi, docce, eccetera.